FCA: cosa buona e giusta?

E’ nata.
I parenti accorrono a vedere, le nonne materne esclamano “tutto alla mamma”, quelle paterne “tutto al papà” e nel frattempo le zie sbaciucchiano a più non posso pronunciando in avanti le labbra che nascondono totalmente il viso del nascituro che già non ne può più.

Alcuni diranno “finalmente” altri invece saranno tutt’altro che entusiasti, probabilmente perché mossi dal pregiudizio che si ha verso il marchio FIAT (cosa nota anche all’estero: Fix It Again Tom) ma soprattutto verso la gestione negli ultimi anni di quest’ultimo da parte dell’amministratore delegato Sergio Marchionne (il caso di Termini Imerese per fare un esempio).
Ma perché è nata? Quali sono i Vantaggi che questa unione Italo-Americana può apporre all’industria dell’automobile?
John Elkann, il presidente, adottando un modo di parlare simile a quello del più conosciuto Lapolapo parla della nascita di Fiat Chrysler Automobiles come dell’inizio di “UN NUOVO CAPITOLO” (Lapolapo a suo tempo per lanciare un nuovo paio di occhiali disse “un nuovo mondo”) e la “possibilità di affrontare il futuro con rinnovata motivazione ed energia”. Sopraggiunge Marchionne affermando “di essere riusciti a creare basi solide per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza”.
Detto questo rispondere alla prima domanda è facile: puntare sul mercato mondiale.
Ciò vuol dire piattaforme polivalenti, dimensioni studiate con scrupolo e linee create per cercare di accontentare gusti, abitudini e culture molto diverse le une dalle altre.
Con una leggera riflessione non è difficile arrivare a rispondere anche alla seconda domanda.
Il 2013 è stato chiuso da FIAT con un bel +3% ma compensando il restringimento dei mercati EMEA e LATAM con la crescita di NAFTA e APAC. Le ultime due righe vi hanno fatto ricordare un volantino di mediaworld? Tranquilli, in parole povere America e Asia hanno salvato i risultati finanziari 2013 del Gruppo Fiat nonostante i vari ostacoli in Europa e America Latina.
Insomma, l’obiettivo è trasformare la FIAT in un marchio che punta al mercato mondiale perché se non ci fosse stata la presenza di questa in Cina e nel resto dell’Asia (per quanto riguarda la crescita nell’ambito del NAFTA l’aumento è dato praticamente solo dal marchio Jeep) il nostro bilancio avrebbe sicuramente subito dei colpi molto più difficili da ingerire.Adesso basta chiamarla FIAT: è finita. Nostalgici fatevi da parte, comici fatevi sotto!
D’ora in poi sarà FCA, ovvero Fiat Chrysler Automobiles.
La holding del gruppo (ovvero la società che detiene le quote delle altre società) è Fiat Chrysler Automobiles N.V., società di diritto olandese. Le azioni verranno quotate nelle borse di New York e Milano e la residenza fiscale ha sede nel Regno Unito.
Il Consiglio di Amministrazione di Fiat S.p.A. ci tiene a dire come la scelta del domicilio fiscale in Gran Bretagna “non avrà effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del Gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività”. Leggenda vuole che in quel momento un uomo mascherato con sul petto scritto “capitan ovvio” entrando nella sala della conferenza stampa dopo aver parcheggiato la sua Polo disse “You don’t say!”. Riprese la sua bluemotion da 26 km/l e ripartì.
Anche l’annuncio ufficiale che “non ci sarà nessun impatto sui livelli occupazionali” sembra voler mettere le mani avanti rispetto alle varie polemiche e lamentele che si stanno scatenando riguardo questa operazione.
Le frasi come “qua ci sta la crisi” non sono ammesse con la FCA. La FCA non conosce crisi. Udite Udite: per l’esercizio 2014 appena iniziato la compagnia si è data come obiettivi dei ricavi di circa 93 miliardi di euro (6,9% in più rispetto al 2013) e un utile della gestione ordinaria compreso fra i 3,6 e i 4,0 miliardi di euro, quindi in crescita. Per ottenere questi risultati si sta elaborando il piano strategico industriale che verrà svelato a maggio 2014.
Ok, spero che questo post abbia chiarito un po’ le idee di chi da questo “momento storico” non ci stava capendo un… una FCA!
Ad esser sincero l’economia non è che mi vada proprio a genio, ergo spero di non dover scrivere molti altri post come questo.
Passiamo a roba più seria: next ALFA 4C COMPETIZIONE!

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